sabato 5 gennaio 2013

I SIMBOLI DELLE LISTE MONTI ALLA CAMERA E AL SENATO

 ALLA CAMERA

AL SENATO


Sono stati presentati ieri sera i simboli delle liste che appoggeranno il  senatore Monti alla camera e al senato.
Alla camera ci saranno tre liste,  quella che richiama esplicitamente Monti sarà come dice il nome una lista civica senza politici, le altre due saranno riferite a UDC e FLI.
Al senato la lista sarà unitaria e conterrà esponenti politici e rappresentanti della società civile.
Le regole di ingresso nelle liste verranno comunicate presto e saranno molto severe.
Il presidente Monti ha lungamente partecipato ieri sera alla trasmissione tv In Onda,  su LA 7 intervistato da Lilly Gruber dove ha spiegato quale sia la sua strategia per affrontare le difficili elezioni di fine febbraio.
Da un sondaggio reso noto dalla trasmissione le liste che fanno riferimento a Monti potrebbero avere dal 16 al 25 % di suffragi,  mentre un primissimo sondaggio del TG LA 7 reso noto da Mentana assegnerebbe ora alla lista un 13 o 14 % 

Mauro Novo
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7 commenti:

  1. Mi piacerebbe che Monti arrivasse secondo dietro a Bersani. Ma temo invece che se la giocherà per il terzo posto con l'altro tecnico: Grillo....cit (gad ledner)

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  2. Adesso si fanno le liste pulite con le "deroghe"...quindi nelle liste legate a Monti potremo avere 2 mafiosi, 2 camorristi, 2 ladri, 2 Casini....oppure 2 che intascano tangenti a loro insaputa......praticamente i CapiBanda potranno candidarsi, vero? ho capito bene?

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  3. il commento anonimo è stato pubblicato perchè citava una frase di gad lerner, sull'altro penso che fireman non abbia sentito bene cosa diceva Monti, tutti i partecipanti le liste dovranno essere specchiati
    il blogger

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  4. Firma con nome e cognome.... Sei sempre molto coerente con te stesso
    ciao
    Momtini Mariolino

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  5. Buongiorno Signor Novo, cosa ne pensa?:
    Tratto da Lo Spiffero ; "Formalmente, la sua candidatura è vincolata a quanto faranno gli altri colleghi segretari “nazionali” del Carroccio: se Flavio Tosi e Matteo Salvini, com’è probabile, capitaneranno le liste in Veneto e Lombardia, nessun “federale” potrà impedire a Roberto Cota di fare altrettanto in Piemonte. È noto quanto il governatore ci tenga – e parecchio – a rientrare in parlamento, ma si rende conto che si tratta di una decisione delicata, da comunicare con grande cautela, giacché potrebbe facilmente prestare il fianco alle accuse di diserzione, ovvero di volersi assicurare una “via di fuga” nel caso in cui la situazione in Regione precipitasse. Ma non è solo un ammirevole spirito di servizio a spingere Cota verso la candidatura, anche legittime preoccupazioni sul suo futuro economico lo inducono a forzare la mano. Facendo i conti, infatti, ha scoperto che per poter maturare il vitalizio gli manca un pugno di giorni (una ventina): tutta colpa della XV legislatura, tra le più corte della storia repubblicana (732 giorni). E così, una breve permanenza nell’emiciclo di Montecitorio gli consentirebbe di sanare la sua posizione. Intanto, giocando sul tempo canonico che trascorre tra la proclamazione e l’accoglimento delle dimissioni, guardarsi intorno e decidere il da farsi.



    La parola definitiva spetterà al Federale dei prossimi giorni, anche se l’orientamento prevalente pare sfavorevole a Cota. Nell’ultima riunione in via Bellerio, davanti a un Roberto Maroni eloquentemente silente, quasi tutto lo stato maggiore della Lega si è espresso negativamente alla concessione di una “deroga” al presidente piemontese. Che però non demorde e, a dispetto delle dichiarazioni ufficiali, lavora sottobanco per “essere della partita” il 24 e 25 febbraio prossimi."
    Giuseppe C.

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  6. COSA VUOLE CHE PENSI GIUSEPPE, COTA LO DETESTO DA SEMPRE, PER LIBERARCI DI LUI IN REGIONE SAREI ANCHE FAVOREVOLE A UNA SUA CANDIDATURA A LIVELLO NAZIONALE, I CRETINI CHE LO VOTANO CI SONO SEMPRE, PERCHE' LA MADRE DEI SUDDETTI E' SEMPRE INCINTA
    IL BLOGGER

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  7. Caro Novo, le sue e quelle di molti piemontesi preghiere non sono state ascoltate. Legga da Lo Spiffero "Non si candiderà alle prossime Politiche. A consigliare Roberto Cota a desistere dall’intenzione di correre in prima persona, rinunciando a guidare la lista del Carroccio in Piemonte (così come aveva invece comunicato nei giorni scorsi ai maggiorenti del partito), sono stati i sondaggi che pronosticano non solo risultati disastrosi per la Lega Nord, a rischio di estinzione in questa parte della Padania, ma soprattutto il traino irrilevante della sua “discesa” in campo. Anzi, in una rilevazione effettuata da un noto istituto milanese la presenza di Cota avrebbe persino un effetto deterrente. A dispetto dei rassicuranti report sfornati dal fido Enzo Risso di Swg popolarità e gradimento del governatore sarebbero ai minimi storici. Una situazione destinata presumibilmente a peggiorare nei giorni caldi della campagna elettorale quando le opposizioni scateneranno il loro fuoco polemico. Da qui il passo indietro, si dice, fortemente caldeggiato da via Bellerio.



    «Darò sicuramente il mio contributo nella campagna elettorale ma sono stato eletto per fare il governatore e la mia azione è quella di guida del governo della Regione», parole pronunciate a denti stretti nella conferenza stampa di fine d’anno. E così, salvo colpi di scena, a febbraio non ci sarà il nome di Cota nella lista. Nel tentare un bilancio dei 12 mesi si è arrischiato a definire saldi i rapporti interni alla maggioranza, assicurando che l’alleanza Pdl-Lega è solida: «Governiamo benissimo», ha detto senza essere particolarmente convincente".
    Antonio

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